Aiuto: mio figlio è un bullo!

Il tema del bullismo è un argomento molto caldo e di grande attualità: le cronache quotidiane, purtroppo, ogni giorno riempiono pagine terribili che raccontano di storie drammatiche di ragazzi sopraffatti dagli abusi, fisici e psicologici, inferti per mano dei loro pari.

I genitori di tutto il mondo, insieme agli specialisti di psicologia infantile e adolescenziale, si interrogano su come affrontare il fenomeno e su come supportare i bambini vittime di bullismo.

In pochi genitori, però, considerano con la medesima attenzione un caso borderline, ma di grande importanza: e se il bullo fosse in casa?

Quando il bullo è tuo figlio

Scoprire che il proprio figlio si è macchiato di un comportamento così riprovevole, può essere una solenne doccia fredda.

Se è vero che in alcuni casi i ragazzi bulli sono prepotenti dentro e fuori le mura domestiche, in altri casi la trasformazione da ragazzo “per bene” a vero tiranno è poco visibile agli occhi del genitore.

Che fare?

Regole? Imposizioni? Rigore?

Sì, certo.

Ma non solo.

Per recuperare un bullo ed instradarlo verso la via più corretta dell’educazione e del rispetto reciproco, serve tanta comprensione e dialogo.

Comprensione e dialogo

Comprensione, in primo luogo, verso le motivazioni più profonde che stanno alla base del comportamento sprezzante.

Un bullo, spesso, è un ragazzo che soffre: un dolore, un trauma o un lutto non superato, possono aver graffiato l’anima del giovane e possono averlo spinto a costruirsi una corazza fatta di aggressività.

Il dialogo, poi, è l’arma fondamentale per affrontare la situazione in modo realmente costruttivo.

Parlate con vostro figlio, per capire quali emozioni sta cercando di comunicare con il suo atteggiamento. Fatelo riflettere, sulle conseguenze dei suoi gesti e sul dolore che questo provoca alle sue vittime.

Cercate, inoltre, di aumentare la sua autostima: il bullismo, del resto, non è altro che un grido d’aiuto per affermare il sé sul gruppo e per chiedere amore e attenzione.

Aiutatelo, infine, a veicolare la rabbia – di per sé un’emozione naturale e utile – in modo diverso: sport, musica e recitazione, possono essere canali di sfogo positivi e liberatori.

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