Bilinguismo in età infantile: intervista a Samantha Zoppi

Abbiamo più volte parlato di quanto sia importante il bilinguismo per un bambino. La nostra attenzione per l’argomento ci ha fatto venire voglia di intervistare un’esperta del settore e così oggi siamo in compagnia di Samantha Zoppi, insegnante certificata e abilitata all’insegnamento di metodo Hocus&Lotus, che ha come scopo il bilinguismo in età infantile.

A Samantha Zoppi abbiamo fatto delle domande mirate, per aiutarci a capire meglio l’argomento.

Ciao Samantha, e grazie per aver dedicato del tempo a Mamme.it. La prima domanda può apparire scontata, ma ci aiuta a concentrarci sul concetto base del bilinguismo in età infantile. Perché è così importante per un bambino?  

Parlare più lingue è apertura al mondo contemporaneo che è sempre più interconnesso e ha bisogno di comunicazione efficace e comprensibile: è una garanzia di futuro e io spero anche che sarà fonte di una sempre più profonda comprensione tra culture diverse.

Questo a mio parere è solo uno degli aspetti da considerare, ma ci sono anche gli indubbi benefici cognitivi che derivano dal bilinguismo, di cui ancora si parla poco.

Quali abilità specifiche sviluppa nel bambino?

I bambini bilingue capiscono meglio come funziona il linguaggio in generale e sono quindi più portati all’apprendimento di una terza lingua perché più sensibili verso i suoni e le parole.

Grazie al bilinguismo, la mente si apre e il bambino acquisisce una flessibilità mentale che gli consente di scegliere la lingua giusta a seconda della persona che si trova davanti, il che è evidentemente sintomo di una sensibilità speciale nella comprensione della prospettiva altrui.

Gli individui bilingue, infatti, acquisiscono un maggiore controllo dell’attenzione selettiva: inibiscono i particolari poco significativi, concentrandosi su ciò che conta nel momento. Sono, inoltre, individui molto più empatici e grandi comunicatori.

Tutte abilità trasversali che indubbiamente risulteranno di grande utilità sia nella vita personale che lavorativa.

Da che età si può insegnare la seconda lingua al bambino?

Quando si tratta di apprendimento linguistico, prima si inizia e meglio è! Credo che ad oggi ci sia ancora molta poca consapevolezza delle capacità del bambino e che moltissimi pregiudizi non ci abbiano abbandonato. Molti genitori hanno ancora paura di confondere i propri figli esponendoli presto ad una seconda lingua quando invece ormai è appurato da numerosi studi scientifici che il cervello nella fascia 0-3 anni è al top per quanto riguarda l’apprendimento di più lingue, anche contemporaneamente: è un’occasione da prendere al volo!

Vi ricordate la fatica di studiare tutte le regole grammaticali e quanto poi ora siete in grado di esprimervi realmente in una seconda lingua a fronte di tanti anni di studio? Perché non dare la possibilità di imparare in modo divertente e facilitato i nostri figli quando ancora hanno tutte le capacità cognitive per farlo senza sforzo?

Come funziona l’approccio Hocus & Lotus?

Nei suoi 35 anni di ricerca, la Prof.ssa Taeschner, ordinario di Psicologia dello Sviluppo del Linguaggio e della Comunicazione dell’Università La Sapienza di Roma, scopre le ragioni dell’insuccesso scolastico nell’insegnamento delle lingue straniere e crea un modello di insegnamento, il Format Narrativo, che diventa la base del programma linguistico Hocus&Lotus.

Con il contributo della Comunità Europea, del Ministero dell’Istruzione e di uno staff corposo di ricercatori, il metodo è stato verificato sperimentalmente con oltre 3000 bambini e la validità dei suoi principi è la base di questo progetto.

Hocus&Lotus sono due piccoli dinocroc, simpatici animali di fantasia, che accompagnano i bambini attraverso il magico mondo della nuova lingua. Nei corsi Hocus&Lotus, i bambini vivono assieme all’insegnante una fantastica avventura attraverso teatro, musica, canto e lettura.

Hocus&Lotus offre vantaggi che non riguardano solo l’acquisizione linguistica:

  • è psicomotricità: sviluppiamo la capacità di rappresentare e rappresentarci agli altri attraverso il movimento, i gesti, la parola, il gioco;
  • favoriamo la coordinazione motoria: movimento coordinato al canto e alla musica;
  • favoriamo l’apprendimento di gesti, espressioni del viso e intonazione della voce rapportate al significato di parole e frasi;
  • incentiviamo positivamente anche la produzione della lingua italiana stimolando la fantasia del bambino e l’abitudine a raccontare e raccontarsi;
  • promuoviamo lo spirito di gruppo, il piacere di stare assieme con coetanei e vivere un’esperienza educativa forte;
  • promuoviamo serenità e uguaglianza nel gruppo e con l’insegnante: stati d’animo positivi che sono la base di una crescita sana. Non ci sono compiti, non ci sono doveri scolastici: viviamo assieme emozionanti avventure in una lingua stran(ier)a!

Quanto influisce il gioco sull’insegnamento del bilinguismo e perché?

Di questi tempi va di moda dire che si insegna (qualunque cosa) giocando ma ricordiamoci che il gioco non è la chiave di volta né la ragione del successo nell’apprendimento linguistico. Nessuna ricerca scientifica ha confermato che le lingue si apprendono attraverso il gioco, anche perché il gioco diventa divertente e significativo per il bambino nel momento in cui capisce cosa sta succedendo ed è in grado di comprendere la lingua comune in cui sta giocando.  

La base dell’apprendimento linguistico è molto più complessa e parte da un buon rapporto affettivo costruito con una buona comunicazione. Con il Format Narrativo, noi Magic Teacher ricostruiamo le condizioni relazionali e affettive necessarie (le stesse che si sono attivate per la lingua madre) all’apprendimento della lingua seconda.

Una mamma che intende insegnare a suo figlio la seconda lingua come può comunicare al meglio con lui? È possibile fare esempi di buona comunicazione ed esempi di cattiva comunicazione?

Sicuramente una madre parte avvantaggiata! Il rapporto d’affetto e l’intersoggettività tra lei e il bambino è fortissima quindi la motivazione, la spinta che il bambino deve avere per parlare e per voler comunicare è massima.

Ormai gli studiosi sono concordi nell’affermare che anche i genitori con una conoscenza base dell’inglese possono supportare con successo l’apprendimento del loro bambino.

Frequentare uno dei nostri corsi offre gli strumenti necessari e di qualità per arrivare a creare una preziosa routine in lingua anche a casa, anche in famiglie monolingue, favorendo e accelerando il processo di apprendimento della L2.

Grazie mille Samantha: con le tue parole ci hai ricordato quanto è importante il bilinguismo in età infantile.

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