Didattica a Distanza o la cronaca del tempo perso : la testimonianza di un’insegnante

È quasi un anno che la didattica a distanza è entrata nelle nostre vite e nel nostro linguaggio, è entrata nelle case di milioni di famiglie ed è diventata un evento tristemente quotidiano, di routine per milioni di studenti e insegnanti.

La testimonianza di un’insegnante sulla DAD

Oltre ai contatti persi, le ore perse a cercare di connettersi, le parole e i gesti persi, c’è il sentimento di tanto, tanto tempo perso con questa didattica a distanza. E non è il tempo perso che non ha permesso di seguire il programma (tanti si domandano ancora se sia il caso di far ripetere l’anno ai figli), ma il tempo perso per non aver saputo ascoltare i nostri figli, i ragazzi e le ragazze che gridano contro l’apatia che sta dominando le loro vite.

Un’insegnante di Roma ha consegnato pochi giorni fa alla rete un messaggio carico di empatia e amore per “i suoi ragazzi”.

“Prof, sono stanca, sto male, voglio una vita normale”

Sara Bartolomeo, ha come avuto un’epifania, una rivelazione che le ha mostrato come tutti noi, genitori ed insegnanti, ci siamo forse affannati dietro le nostre paure e non ci siamo concentrati sulle vite stravolte dei ragazzi. Il suo messaggio carico di amore per il suo lavoro, quello dell’insegnante, ha ricevuto in una settimana più di 44mila Like.

Credo di aver vissuto oggi uno dei momenti più intensi della mia carriera da docente. Tutto è iniziato questa mattina, quando dopo un ora di spiegazione in DaD, una delle mie alunne (per dovere di cronaca specifico che è una dall’8 facile, sempre attenta e presente a distanza e a scuola) mi ha detto – prof io non ho voglia più di ascoltarla, voglio che sia lei ad ascoltare me. Sono stanca, sto male, voglio una vita normale. Non mi importa dei tira e molla che fa la politica, il problema non è solo la didattica a distanza o in presenza, il problema è che nessuno ci chiede noi come stiamo, tanto noi non abbiamo problemi e facciamo solo capricci… A lei si è accodata tutta la classe… Li ho ascoltati… E mi sono sentita in colpa perché in questi mesi ho pensato solo a portare avanti il programma e ad avere valutazioni…. Ho chiuso il canale dell’empatia, tutta concentrata sulla ‘bella figura’ da fare con il ministero perché non si dica che in DaD si perde tempo! Ho smesso di essere insegnante e sono diventata una burocrate! E invece il tempo l’ho perso… Non mi sono accorta (non ho voluto farlo) che i miei alunni si stanno spegnendo, che si sentono impauriti dal futuro e che vorrebbero solo più ascolto dagli adulti. Ho pianto con loro, ho pianto per loro. Cari alunni vi chiedo scusa per avervi trattato come pratiche da smaltire, vi chiedo scusa se non ho ascoltato i vostri silenzi carichi di angoscia, vi chiedo scusa se non ho capito che dietro a quel compito non consegnato c’era l’apatia delle vostre giornate senza più colori. Cari ragazzi, non dobbiamo farvi spegnere, in fondo siete voi il nostro futuro…. ❤️

Fonte : Sara Bartolomeo su Facebook

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