Essere genitore è come andare sulle montagne russe

Essere genitore è come andare sulle montagne russe. Ci sono i primi tempi, quelli della fatica e dello smarrimento, delle notti passate a vegliare, della paura di non sapere come si fa. Quelli in cui ti chiedi perché nessuno ti ha mai raccontato come stanno davvero le cose, qual è la verità sul diventare genitori.

Quelli della solitudine, dei pianti silenzioso.

Quelli che non li dimentichi, ma passano (perché sì, passano), lasciando il posto a un momento se non più facile, almeno più confort col ruolo che non è più nuovo. Se ci si dà il tempo infatti, e ognuno ha il suo, dopo un po’ col ruolo di genitore si prende dimestichezza.

Dopo un po’, si trova il proprio modo di esserlo e ci si rilassa. Quando però cominci a pensare che il peggio sia ormai alle spalle, ecco che arriva a sorprenderti un nuovo imprevisto.

Un po’ come un videogioco a livelli.

Quando pensi di aver imparato come si fa, ecco che ti tocca ricominciare e imparare di nuovo tutto, come se non avessi mai fatto il genitore nemmeno per un giorno.

Ma poi, quando pensi di non farcela più, allora ecco che all’orizzonte intravedi un altro momento di quiete, uno di quelli bellissimi il tuo bambino impara qualcosa di nuovo o il vostro rapporto fa un balzo allo step successivo.

La verità è sempre la stessa: il rapporto tra genitori e figli non è altro che un rapporto d’amore tra due persone e in quanto tale i momenti bellissimi si alternano a quelli faticosi e difficili perché sennò, che gusto ci sarebbe?

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