Meglio l'autosvezzamento o lo svezzamento classico?

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In merito allo svezzamento, ovvero il periodo in cui il bambino passa da un’alimentazione esclusivamente a base di latte a un regime alimentare vario, si sono affermate due “filosofie”  contrapposte: quella secondo cui è lo stesso bambino a dover “richiedere” l’alimentazione complementare (autosvezzamento) e quella che ritiene che sia necessario seguire un preciso schema alimentare a partire dal sesto mese di vita in poi (svezzamento classico o tradizionale).

Se nel primo caso il bimbo è libero di seguire i propri gusti, la propria curiosità e i propri tempi, fermo restando che il cibo debba sempre essere accuratamente sminuzzato per favorirne la masticazione o la suzione, nel secondo è il pediatra di fiducia a fornire ai genitori le istruzioni dietetiche per “offrire” le giuste quantità di cibo al bambino in particolari orari della giornata.

Lo svezzamento classico, inoltre, si propone di introdurre il cibo in maniera graduale: dagli alimenti meno allergizzanti e più digeribili fino ad arrivare a un tipo di alimentazione libera e varia intorno ai 12 mesi.

Qual è il metodo migliore?

I detrattori dello svezzamento guidato dal bambino, in cui il latte resta l’alimento principale, ritengono che esso esponga il piccolo al rischio di soffocamento: secondo costoro, infatti, il bambino sarebbe portato a richiedere il medesimo cibo che i suoi genitori mangiano non perché è in grado di capire da solo di cosa ha bisogno il proprio organismo, ma per un mero processo di emulazione. In tal modo si rischia di precorrere i tempi e di consentire al piccolo di mangiare cibi potenzialmente pericolosi e che lo espongano al rischio di asfissia.

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Tuttavia una recente ricerca ha dimostrato che i casi di soffocamento a causa del cibo si verificano in egual misura sia per lo svezzamento tradizionale che per lo svezzamento fai da te. La discriminante è come viene presentato il cibo da far assaggiare, ovvero come viene tagliato il cibo, la sua consistenza e il suo formato.

Insomma non esiste un metodo migliore o più sicuro, ma, come sempre dovrebbe essere il buon senso e l’istinto genitoriale a guidare mamma e papà nella scelta della prima alimentazione dei figli. 

17 commenti

  1. Elena Lionetti 16 Novembre, 2016 at 17:12 Rispondi

    Ormai credo sia strarisaputo che i neonati fino al compimento del sesto mese debbono assumere unicamente latte. Dopo si può iniziare progressivamente e sotto monitoraggio del pediatra l introduzione dei vari alimenti. Io sono pro svezzamento classico.. anche perché temo che,facendo da sé,si rischia di interpretare erroneamente i segnali del bimbo..e di fare sciocchezze.

  2. Chiara Margot 16 Novembre, 2016 at 21:34 Rispondi

    Sono mamma di un bimbo di 11mesi felicemente autosvezzato. Rifarei questa scelta altre 1000volte!! Ha un bellissimo rapporto con il cibo, mangia quello che gli va, quanto gli va, ed eventualmente c’è seno/biberon (x questo meglio parlare di alimentazione complementare a richiesta). Basta documentarsi e molte paure spariscono😉

  3. Marilena Iuri 16 Novembre, 2016 at 22:34 Rispondi

    Io sono super pro autosvezzamento anche se ho iniziato perché con lo svezzamento classico non ho avuto successo.. l unica pecca è il trauma delle nonne che cercano di rifilare patata carota zucchina e minestrine iperfrullate varie ad ogni pasto, e i parenti più anziani che mi guardano inorridita 😅

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