Vietato portare il cellulare a scuola: l’idea inglese

L’utilizzo sconsiderato degli smartphone da parte dei ragazzini è una questione molto spinosa, soprattutto perché sono fonte di deconcentrazione, ancora di più se utilizzati impropriamente durante le ore scolastiche.

A tal proposito, il governo inglese di Boris Johnson vorrebbe imporne il divieto totale, da parte dei bambini e ragazzi, nelle scuole britanniche. L’annuncio è stato dato dal ministro dell’Istruzione, il quale asserisce che l’uso dei cellulari produce effetti dannosi sul rendimento degli studenti e sulla loro salute mentale.

Pareri favorevoli e non

Allo stato attuale è solo una proposta che riscuote il parere favorevole di molti, anche se il ministro ha annunciato di volerne discutere con i dirigenti scolastici prima di prendere una decisione definitiva.

Secondo il parere del ministro, il divieto di utilizzare i cellulare a scuola potrebbe aiutare gli studenti a superare meglio la pandemia perché le classi senza dispositivi mobili risulterebbero più tranquille e sicuramente sarebbero in grado di sortire effetti positivi nei ragazzi.

I pareri contrari sono arrivati dalle opposizioni del governo e dai sindacati, i quali sostengono che la proposta sia solo strumentale, atta cioè a deviare l’attenzione dell’opinione pubblica su altro. I veri problemi secondo i detrattori sono causati dall’aumento del numero dei contagi nelle scuole, dalla didattica a distanza, dall’assenza di una campagna vaccinale di massa, limitata per adesso agli over 18.

Le posizione degli altri Stati

La decisione presa dal Regno Unito in questa direzione non è l’unica, infatti, in Spagna e in Norvegia hanno adottato disposizioni simili ottenendo risultati positivi fra gli studenti. In Francia, invece, esiste già da tempo una legge che vieta che a scuola si utilizzano i cellulari.

A maggio scorso, in Italia, c’è stata una proposta di legge da parte del Movimento 5 Stelle secondo la quale i ragazzini con età inferiore ai 12 anni, non potrebbero utilizzare lo smartphone senza la supervisione dei genitori, vietandoli di fatto nelle scuole primarie e secondarie.

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