Bruxismo nei bambini: cos’è e come si affronta?

Il bruxismo, definito dagli esperti “disturbo del movimento in sonno” è l’atto di digrignare i denti durante appunto il riposo notturno. È un problema che può essere presente sia nell’adulto che nel bambino: andiamo però a scoprire cosa comporta nei più piccoli.

Quando si parla di bruxismo?

Per distinguere il bruxismo vero e proprio da un fenomeno occasionale che può capitare a tutti i bambini, è necessario che si ripeta almeno 4 volte l’ora, rendendo davvero complesso il riposo del bambino.

Il suono è facilmente identificabile e indimenticabile: quello dei denti delle arcate che sfregano tra di loro.

Il bruxismo è un disturbo frequente?

Questo problema colpisce il 10% dei bambini in età prescolare, senza fare distinzioni tra maschi e femmine. Si tratta ovviamente di un problema involontario, di cui i bimbi al risveglio non hanno la minima memoria.

Nel caso di genitori che abbiano sofferto di questo disturbo da bambini, potrebbe esserci una certa familiarità.

Le cause

In realtà è difficile evidenziare una causa unica del bruxismo. C’è in genere una predisposizione naturale, ma spesso gli episodi sono legati a situazioni di disturbo del sonno. Il bambino fa dei micro-risvegli e quello può essere una concausa.

Si parla poi di tensione emotiva che viene accumulata durante il giorno, legata magari a situazioni di stress vissute dal bambino. E l’arrivo di un fratellino potrebbe essere annoverato tra di esse.

Ma ci sono anche malattie che lo possono provocare: se il bambino soffre di laringite, otite e raffreddore, solo per citarne alcune, dormendo male potrebbe avere episodi di questa natura.

Come si cura il bruxismo?

In teoria, se provocato da una causa come un raffreddore, finito il problema iniziale, tutto dovrebbe risolversi.

Ci sono casi in cui il bruxismo si presenta in più occasioni durante l’infanzia, ma poi passa con la crescita del bambino. Se le cause sono psicologiche, il bruxismo, che è una sorta di campanello d’allarme, dovrebbe portare a fare un’analisi più approfondita della situazione del piccolo.

Sono sconsigliati i bite, ovvero le protezioni, da usare solo sugli adulti.

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