Influencer vegano condannato per la morte del figlio di 30 giorni: ‘Lo nutrivo con i raggi solari’

18 Aprile 2024 –

Nel marzo 2023, un neonato di soli 30 giorni, Kosmos Lyutyi, è morto per denutrizione e polmonite in Russia. La sua tragica scomparsa ha portato alla condanna del padre, Maxim Lyutyi, un influencer vegano e crudista, a 8 anni di reclusione.

La vicenda ha sconvolto l’opinione pubblica e acceso i riflettori sui pericoli delle diete estreme e delle convinzioni pseudoscientifiche legate all’alimentazione. Secondo la ricostruzione degli eventi, Lyutyi non solo non nutriva il figlio con cibi solidi, ma lo esponeva anche ai raggi solari come forma di nutrimento sperimentale, con l’intento di “vendere” questa pratica ad altri genitori.

La tragica storia di Kormos

La storia di Kosmos inizia e finisce in maniera tragica entro un mese dalla sua nascita. Secondo quanto riportato dai tribunali e dalla stampa, il piccolo è stato “nutrito” esclusivamente con raggi di sole, una pratica sostenuta da suo padre, Maxim Lyutyi, che l’ha descritta come un esperimento di nutrizione alternativa.

Oltre a questa pratica estrema, il bambino è stato esposto a bagni in acqua ghiacciata, una scelta che, secondo l’accusa, ha contribuito allo sviluppo di una polmonite che ha aggravato il suo già critico stato di salute.

Le condizioni di Kosmos al momento del ricovero ospedaliero erano disperate: pesava solo 1,3 kg e soffriva di una grave denutrizione. Nonostante gli sforzi del personale medico, il suo stato era troppo compromesso per poter essere salvato. La difesa di Lyutyi, che ha tentato di presentare il caso come un tragico incidente piuttosto che come un atto deliberato, non ha convinto il tribunale, che ha evidenziato l’intenzionalità delle sue azioni.

Una dinamica familiare complessa e condizionata da paura e controllo

La complessità del caso si estende oltre le azioni di Maxim Lyutyi, coinvolgendo anche sua moglie, Oxana Mironova, condannata a due anni di “correctional labour”. Il tribunale ha infatti riconosciuto che la donna abbia tentato in tutti i modi di nutrire il figlio, allattandolo al seno e offrendogli latte artificiale. Tuttavia, la sua paura e il controllo esercitato dal marito le avrebbero impedito di farlo liberamente.

Lyutyi, durante il processo, ha cercato di giustificare le sue azioni come semplice negligenza, negando qualsiasi intenzione dolosa. Ha affermato: “Questo è puramente un crimine di negligenza… senza intenzione. Sottolineo ancora una volta che amavo mio figlio e mi prendevo cura di lui”.

Tuttavia, le prove e le testimonianze presentate durante il processo hanno dipinto un quadro ben diverso. Come constatato nell’anno di custodia in attesa del processo processo, infatti, Lyutyi si alimentava regolarmente di carne e altri alimenti di origine animale, nonostante la sua pubblica immagine di vegano crudista.

La suocera di Lyutyi, Galina Mironova, inviava regolarmente denaro alla figlia per comprare il latte artificiale e altri prodotti necessari per il bambino. Tuttavia, Oxana non sarebbe riuscita a nutrirlo di nascosto a sufficienza, a causa del controllo esercitato dal marito. Galina ha descritto l’uomo come il leader di una “setta”, sottolineando che la figlia Oxana viveva in uno stato di costante paura, allontanata dalla sua famiglia e quasi come una “schiava“.

La tragica vicenda di Kosmos Lyutyi rappresenta un monito contro i pericoli delle diete estreme e delle convinzioni pseudoscientifiche legate all’alimentazione. È fondamentale affidarsi sempre a fonti mediche e scientifiche attendibili per garantire una nutrizione sana ed equilibrata, soprattutto per i neonati e i bambini, che sono particolarmente vulnerabili a carenze nutrizionali.

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Inoltre, il caso evidenzia l’importanza di tutelare le donne e i bambini da situazioni di abuso e controllo. È fondamentale che le vittime di violenza domestica e manipolazione trovino il coraggio di denunciare e chiedere aiuto alle autorità competenti e ai servizi di supporto dedicati.

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Fonte: Daily Mail

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