Stress da quarantena: come affrontarlo con i figli

Lo stress da quarantena che tutti stiamo sperimentando coinvolge da vicino anche i bambini: proprio i nostri figli, secondo le statistiche meno esposti al rischio di contagio del coronavirus, sono i soggetti che possono avere le maggiori ripercussioni dal punto di vista psicologico. Ai genitori il compito di fare da “cuscinetto” tra loro e la difficile realtà.

Coronavirus e quarantena: parlare con i propri figli

Alla base di qualsiasi iniziativa volta a rassenerare i propri figli, anche in un periodo di quarantena forzata come quello che stiamo vivendo in Italia vista l’emergenza coronavirus, deve esserci il dialogo.

Anche i bambini, soprattutto quelli un po’ più grandi e in grado di capire, devono essere messi a conoscenza della realtà che li circonda.

Cos’è cambiato nel mondo circostante da impedirmi di andare al parco con mamma e papà? Quando tornerò a scuola o a giocare con i miei amichetti? Sono domande lecite che il bimbo non è forse in grado di elaborare sotto forma di frasi compiute e per questo esprime tramite agitazione, stress, nervosismo.

Gli esperti sono concordi nel dire che ai genitori spetta un importante compito di osservazione dei comportamenti dei bambini: questi ultimi, infatti, prima di esplodere mostreranno i cosiddetti “trigger“, segnali ricorrenti che anticipano la loro frustrazione. Accogliere la sofferenza del bambino, parlarne apertamente, legittimarla e validarla significa far sentire il proprio figlio compreso: non un aspetto banale di questi tempi.

Coronavirus e quarantena: giocare con i propri figli

Oltre ad essere ascoltati, però, i bambini hanno anche bisogno di “sfogare” la loro energia. In che modo?

Ovviamente giocando, divertendosi, restando piccoli anche in un tempo così difficile. In questi giorni più che in passato i genitori svolgono un ruolo insostituibile, diventando i primi (e unici) compagni di gioco dei propri figli.

Ecco perché la giustificabile volontà di restare informati su ciò che accade nel mondo deve in qualche modo venire dopo: piuttosto che far percepire ai bambini tutta la propria ansia stando tutto il giorno davanti ai telegiornali, meglio recuperare le notizie del giorno a tarda sera, quando i piccoli saranno a letto. E poi il gioco: insostituibile valvola di sfogo (anche per i più grandi).

Le idee, anche negli spazi chiusi, non mancano: dal classico un due tre stella fino ad una caratteristica caccia al tesoro (si può chiedere al bimbo di trovare 5 oggetti di colore giallo, o ruvidi, lisci, ecc.). Senza dimenticare i giochi legati alla respirazione, inspirando immagini che suggeriscano positività e buttando fuori tutti i pensieri negativi.

Insomma: guardare il bicchiere mezzo pieno è quanto mai fondamentale. E poi pensateci: quando vi ricapiterà di trascorrere così tanto tempo con la creatura che amate di più al mondo?

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