Neonato abbandonato nell’androne di un palazzo: rintracciata la madre

13 Marzo 2024 –

Poco più di un mese fa, la notizia del neonato lasciato davanti a un’abitazione in via degli Apuli, a Milano, ha profondamente colpito l’opinione pubblica. Il bambino era stato trovato da un uomo egiziano di 53 anni, proprio sullo zerbino della sua abitazione. Dopo un mese di ricerche, le autorità sono riuscite a individuare la madre del piccolo: una giovane di soli 17 anni.

Un dramma dalle sfumature complesse

La polizia ha ricostruito le azioni della madre e di un’amica 20enne, anch’essa coinvolta nell’evento. La madre minorenne, che viveva in Italia da pochi anni con la famiglia, era rimasta incinta all’inizio dell’estate scorsa. Ha tenuto nascosta la gravidanza ai genitori per paura della loro reazione, fino al momento del parto, avvenuto in circostanze estremamente precarie, all’interno del bagno di un supermercato, proprio con l’aiuto dell’amica. Questa scelta era dettata dalla paura di rivelare la sua condizione alla famiglia.

Secondo la ricostruzione degli inquirenti, subito dopo il parto le due giovani avevano tentato una prima volta di separarsi dal bambino. In quel frangente, il neonato era stato accolto da una donna straniera senza figli, che lo avrebbe adottato volentieri. Tuttavia, le due si erano presentate alla sua porta, chiedendo di riavere indietro il neonato, che è stato poi lasciato davanti alla casa dell’egiziano di 53 anni, che lo ha trovato e soccorso.

Le indagini hanno rivelato che l’intenzione finale delle ragazze era di lasciare il bambino in un luogo dove fosse al sicuro. Le due giovani speravano che, in quella specifica comunità, il bambino potesse essere trovato rapidamente e ricevere le cure necessarie. Questa decisione rifletteva il loro desiderio di assicurare al neonato un futuro migliore, pur nelle tragiche circostanze che le avevano portate a separarsi da lui.

La giovane madre e l’amica che l’ha aiutata sono state entrambe segnalate alle autorità giudiziarie. Le due donne sono state interrogate dagli inquirenti e hanno ammesso le loro responsabilità. La 17enne ha espresso pentimento per il gesto compiuto, mentre l’amica, che è maggiorenne ed è stata è stata specificatamente segnalata per il reato di abbandono di minore, ha ribadito di aver agito solo per aiutarla.

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Il destino del neonato e l’assistenza alla madre

Il neonato, dopo essere stato ritrovato, è stato trasportato in ospedale per i controlli di routine, dove è stato accertato che le sue condizioni di salute erano buone. Attualmente, il bambino è stato affidato a una famiglia preadottiva, che gli sta fornendo cura e affetto, garantendogli un ambiente stabile e protettivo. La situazione del neonato è costantemente monitorata dalle autorità competenti, per assicurare il suo benessere.

Parallelamente, la giovane madre è oggetto di un programma di assistenza sociale, volto a fornirle supporto psicologico e materiale in questo momento difficile. Gli assistenti sociali stanno lavorando per valutare la situazione familiare della ragazza e per stabilire il miglior percorso di supporto e reintegrazione, sia per lei che per il bambino.

L’importanza dell’assistenza e delle alternative sicure

La vicenda ha acceso un acceso dibattito sulla necessità di supportare le madri minorenni in difficoltà e di prevenire l’abbandono di minori. Le autorità competenti stanno valutando le misure più opportune da prendere per tutelare il benessere del bambino e della madre.

Invece di stigmatizzare l’accaduto, è importante riflettere sulle possibili cause che hanno portato a questo gesto estremo. La paura del giudizio sociale e la mancanza di supporto possono aver spinto la 17enne a compiere una scelta così difficile.

Se da un lato è importantissimo sensibilizzare i giovani sull’importanza della contraccezione e del sesso sicuro, dall’altro è fondamentale ricordare che in Italia esistono diverse alternative all’abbandono, come la possibilità del parto anonimo o la “culla per la vita”. Si tratta di un dispositivo sicuro e anonimo che permette di lasciare un bambino in un ambiente sicuro e protetto, garantendogli le cure mediche necessarie e l’avvio di un percorso di adozione.

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