Incubi notturni del bambino: i consigli degli esperti

Sogni che si trasformano in incubi notturni, che originano improvvisi risvegli da parte dei bambini che li hanno vissuti. Non tutti sanno che 1 bimbo su 2 soffre di incubi notturni e quali sono i traumi che questi possono provocare. Il bambino che si sveglia di soprassalto durante la notte piangendo fino a singhiozzare è una realtà che la metà delle famiglie italiane vive quasi come se fosse una cosa normale.

Nella maggioranza dei casi la mamma si limita a prendere tra le sue braccia il piccolo per confortarlo fino a quando questi non si riaddormenta senza domandarsi la ragione di quell’improvviso risveglio. Ma da cosa vengono provocati gli incubi e quali sono i rimedi?

Incubi notturni nei bambini: da che età iniziano e quando finiscono

Uno studio approfondito condotto da parte della Società Italiana di Pediatria Preventiva, ha accertato il fatto che gli incubi notturni sono più diffusi nei bambini dai 18 mesi fino ai 3 anni, ma possono presentarsi in qualsiasi momento dell’infanzia e sono molto comuni almeno fino ai 6 anni.

Questi anni, infatti, rappresentano un delicato periodo di sviluppo, dove i più piccoli spesso affrontano le prime sfide emotive e sociali; gli incubi, in tale ottica, possono essere una conseguenza naturale di queste esperienze e, in alcuni casi, arrivano a durare fino agli 11 o 12 anni.

L’origine degli incubi notturni dei bambini

Gli incubi notturni nei bambini sono più frequenti di quelli che normalmente ha un adulto: si tratta di una condizione fisiologica e non sono da considerarsi un sintomo di malattia.

Infatti, solitamente, le cause originarie sono connesse ad episodi vissuti dal bambino durante il giorno o da immagini viste in tv. Si tratta quindi di una vera e propria inconscia rielaborazione di un qualcosa che ha turbato il bambino che riemerge durante il sonno notturno.

La maggior parte degli incubi che colpiscono i bambini sono spesso il riflesso delle loro paure inconsce, come il fatto di essere abbandonati, di perdersi o di essere separati dai genitori.

I personaggi che fanno parte di questi sogni spaventosi possono essere sia reali che di fantasia; alcuni di loro sono lì per proteggerli, mentre altri li vogliono aggredire.

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Il motivo per cui i più piccoli tendono a fare gli incubi sono da ricercare in una molteplicità di fattori; a volte sono determinati da eventi accaduti nella vita reale, come ad esempio un forte litigio, la vista di un film di paura o un’esperienza traumatica.

In altre situazioni, questi possono verificarsi in seguito a repentini cambiamenti nella routine quotidiana, come un trasloco, l’inizio della scuola o l’arrivo di un fratellino o di una sorellina.

Cosa sono gli incubi

Gli incubi sono sogni paurosi e vividi che si verificano durante la fase REM del sonno, ovvero il momento in cui il cervello è ancora piuttosto attivo.

Gli incubi notturni rappresentano un fenomeno molto comune nella prima infanzia e, anche se non sono correlati a patologie, possono essere sintomatici di paure irrazionali e inconsce che i più piccoli non sanno gestire a dovere.

I bimbi, nei primi anni della loro vita, cominciano a sviluppare un primo approccio verso l’apprendimento di tutto ciò che li circonda e, trattandosi di scoperte continue, non sempre riescono a gestire l’effetto che determinate situazioni hanno nella loro mente.

Proprio per questo, non è raro che il loro sonno sia disturbato da continui risvegli, incubi e terrori notturni.

Quando il bimbo fa un sogno spaventoso, il primo istinto è quello di risvegliarsi, urlando e piangendo, e talvolta può essere così impaurito da avere l’affanno e il viso congestionato. Il suo primo istinto, solitamente, è quello di chiamare in soccorso la mamma e il papà e, se è già in grado di formulare dei discorsi, tenta di riportare gli elementi del sogno che gli hanno provocato terrore e paura.

Come affrontare gli incubi

Quanto suggerito dagli esperti è rassicurare il piccolo con tante coccole atte a tranquillizzarlo ma anche prendere coscienza di un fatto che, se si ripete con una certa frequenza, è meglio rivolgersi ad un pediatra. Lo specialista, infatti, sarà in grado di determinare l’origine di questo disturbo e verificare se si tratta di pavor nocturnus, ossia terrore notturno, e agire di conseguenza.

Sono incubi notturni o pavor nocturnus?

La prima, importante, distinzione da fare per trovare la soluzione giusta ad aiutare il piccolo è quella infatti di distinguere tra semplici incubi notturni e il pavor nocturnus.

Come abbiamo visto, l’incubo è il classico brutto sogno che si manifesta solitamente intorno all’alba, in piena fase REM. Gli incubi notturni sono per i bambini degli strumenti per rielaborare ed esprimere delle paure che vivono da svegli, come l’allontanamento di un genitore, un conflitto vissuto a scuola, un cambio nelle abitudini di vita o un’ansia dei genitori, assorbita anche da loro.

Diverso è il caso del pavor nocturnus, che si manifesta tra l’1 di notte e le 3 e che ha le sembianze di un vero e proprio attacco di panico. Il piccolo potrebbe svegliarsi sudato, terrorizzato e non completamente cosciente, come immobilizzato. Questa manifestazione appartiene alla famiglia dei problemi di ansia e come tale va gestito da uno specialista.

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Per i pediatri il pavor nocturnus può manifestarsi addirittura a partire dal primo anno di età anche se è risulta più frequente soprattutto nei bambini di 5/7 anni e tende a sparire all’arrivo dell’adolescenza.

Questi episodi appaiono nella fase più profonda del sonno, non identificano una qualche patologia e, almeno apparentemente, non provocano conseguenze. Di solito si manifestano con un grido o con l’agitarsi nel sonno: due fenomeni che possono portare il piccolo a mettersi seduto sul letto o a parlare, anche se oggettivamente sta continuando a dormire.

Tuttavia possono esserci anche episodi di vero e proprio sonnambulismo dove il bambino si alza dal letto e inizia a camminare. Questa è la ragione per la quale il bimbo deve essere monitorato affinché non si faccia inconsapevolmente male. Laddove si verificasse ciò, l’Associazione dei Pediatri avverte che il bambino non va assolutamente svegliato onde non provocargli uno shock traumatico ma va accompagnato parlandogli con voce calma e rassicurante.

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Se l’evento non è episodico bensì regolare anche come orario, un escamotage da provare è quello di provare a svegliare il piccolo un quarto d’ora prima che ciò accada, tenendolo sveglio qualche minuto prima di farlo riaddormentare.

Questo tipo di risveglio terapeutico non trova unanimi consensi all’interno della categoria dei pediatri in quanto alcuni non lo trovano utile. L’unica cosa dove tutti gli esperti concordano è quella che il piccolo non ricorderà nulla al suo risveglio e inizierà il nuovo giorno senza alcun trauma.

Incubi notturni: come affrontare il risveglio

Quando un bimbo ha un brusco risveglio a causa di un incubo, è importante fornirgli un sostegno amorevole e rassicurante.

Importante, dunque, è infondergli un senso di sicurezza e protezione, facendogli sentire la propria presenza con un abbraccio, offrendogli un bicchiere d’acqua e, cosa fondamentale, evitare assolutamente di sgridarlo e farlo sentire in colpa. Al contrario, quello che possiamo fare è:

  • chiedere al bambino di raccontare il sogno, ma non forzarlo se non ne ha voglia
  • analizzare la situazione raccontata per renderla meno spaventosa di quanto sembrasse in origine
  • spiegare che in ogni caso si tratta di un frutto della fantasia
  • accendere la luce e se necessario tranquillizzare in bambino aprendo l’armadio e controllando sotto il letto
  • cercare di distrarre il bambino raccontando qualche aneddoto divertente o qualche episodio analogo che vi ha visti protagonisti
  • restare con il bambino fino a quando non si sarà tranquillizzato

Può anche succedere che l’incubo del piccolo non lo porti a svegliarsi, ma che mostri comunque di essere piuttosto agitato; in questo caso, il consiglio è quello di non destarlo e fargli sentire la propria presenza anche solo attraverso una carezza sulla testa.

Alcune strategie per prevenire gli incubi notturni nei bambini

Oltre ai consigli sopra citati che si riferiscono al momento in cui il bambino si sveglia agitato in seguito a un brutto sogno, ci sono alcune strategie che possono essere prese in considerazione per prevenire tali situazioni.

In primo luogo, è importante dialogare con il proprio bimbo, cercando di capire i motivi che sono alla base dei suoi incubi e tentando di indagare su eventuali situazioni che lo preoccupano o che gli provocano ansie.

Non è sempre facile per i bambini riconoscere e mettere a nudo le proprie paure, per questo potrebbe essere utile avvalersi di giochi e attività che possano in qualche modo aiutare i più piccoli a visualizzarle e affrontarle ad esempio:

  • Chiedere al bambino di disegnare ciò che gli fa paura, decidendo poi di distruggere insieme il disegno
  • Se il bambino è più grande, un’idea potrebbe essere anche quella di far compilare al bambino una sorta di diario dei sogni, dove mettere nero su bianco anche le sensazioni provate. Scrivendo il sogno il bambino potrà in qualche modo ri-viverlo, ma questa volta potrà riscrivere il finale a suo piacimento.
  • Andare a letto con il pigiama o una maglietta del suo super-eroe preferito, che lo proteggerà durante la nanna
  • Adottare un pupazzo “mangia-paure”: simpatici mostriciattoli che possono fungere da oggetti transizionali in grado di catalizzare le paure del bambino per aiutarlo a superarle

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Altro aspetto fondamentale è quello di garantirgli uno stile di vita sano, a partire dall’alimentazione, promuovendo così un sonno continuo e tranquillo.

Se ci si dovesse accorgere che il proprio bimbo la sera arriva eccessivamente sovreccitato, è opportuno cambiare la routine serale, stabilendo un orario regolare per il sonno e cercando di rispettarlo ogni giorno. È infatti importante creare una routine positiva attorno alla fase del sonno che includa:

  • cadenze fisse, in termini di orari e gesti, che rassicurino il bambino: bagnetto, pigiama, letto e sempre alla stessa ora;
  • niente stimoli tecnologici o attività rumorose e eccitanti entro le 3 ore prima della nanna: andrebbero dunque evitate le occupazioni troppo stimolanti come videogiochi ma anche i programmi televisivi violenti e paurosi.
  • prediligere al contrario attività rilassanti prima della nanna, come la lettura di una storia o ascoltare musica tranquilla
  • garantire al proprio piccolo un ambiente rassicurante, garantendogli una stanza confortevole e che, magari, abbia una piccola luce che possa renderlo più tranquillo, riducendo così l’incidenza degli incubi notturni.
  • può essere utile infine far insieme al bambino un riassunto delle belle attività della giornata appena passata, per creare continuità tra veglia e sonno e lasciare che il bambino si addormenti pervaso da una sensazione positiva.

Il momento della nanna deve essere, per il piccolo, un vero piacere, sgombro da paure e timori: questo aiuterà il bambino a sviluppare un ritmo sonno-veglia sano e a sentirsi più sicuro e tranquillo durante la notte.

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